martedì 10 luglio 2012

LO SPIRITO GIUSTO

Che cosa è più naturale?

Quando si discuteva di procreazione assistita, in occasione dei referendum, Sanctæ Romanæ Ecclesiæ entrò a piedi giunti nel dibattito, dicendo che la procreazione medicalmente assistita era una cosa che non avveniva secondo i canoni naturali. Certo: gli uomini (e le donne) delle caverne,  oppure le prime creature del Paradiso Terrestre, non usavano questa possibilità. Ma quante sono le cose che si fanno contro natura e che comunque sono approvate, a volte anche sostenute, da Sanctæ Romanæ Ecclesiæ?

Le prime immagini che vengono in mente sono le facce di Piergiorgio Welby e di Eluana Englaro. Lì ho potuto constatatare una ostinata, caparbia volontà di S R E di influire, di modificare il normale corso degli eventi naturali che riguardano la vita e il suo termine naturale. Ho sempre visto come una crudeltà il volere imporre la vita a tutti i costi, anche quando senza l'ausilio di macchinari la stessa sarebbe terminata "naturalmente" da molto tempo. Certo, in modo inusuale: non è solito che la fine della vita avvenga così presto, ma non è scritto da alcuna parte quale debba essere la durata minima della vita. La malattia è sempre stata un aspetto della vita, una delle cause per cui, "naturalmente", si muore. La pervicacia con cui si vuole imporre "contro natura" la continuazione della vita, a dispetto anche del "volere divino", specialmente a dispetto della volontà dell'ammalato, mi pare molto poco cristiana. Forse tipicamente cattolica, ma molto poco cristiana.

Intendiamoci: io sono per la scienza e la conoscenza, per lo sviluppo delle tecnologie e per tutto quello che può migliorare la vita dell'uomo, sempre però nel rispetto della sua volontà. Se la procreazione medicalmente assistita può portare a un risultato positivo, a una nuova vita, anche se non era nei canoni dei primi uomini sulla terra, va bene lo stesso. E se lo studio della medicina fa sì che le nuove conoscenze possano salvare o allungare la vita delle persone, anche se una volta si moriva per quella malattia, va sempre beneQuello che non va bene è l'ipocrisia di chi applica principi opposti a seconda dei casi che dibatte. O per principio si persegue sempre ciò che è naturale, oppure  se la tecnologia va bene, va bene per tutti i casi. La cosa importante è lasciare che sia l'individuo interessato a poter dire ciò che ritiene sia bene per lui. La cosa peggiore è imporre le proprie convinzioni (e quindi l'osservanza del proprio metodo) a chiunque, anche se la pensa in modo differente da te.

E cosa c'è di naturale nei preti che non si sposano? Se la naturale inclinazione dell'uomo (e della donna) è quella di proseguire la specie procreando (naturalmente, s'intende), e questa inclinazione è anche scritta nel codice genetico, nell'istinto, nel disegno di Dio o della natura, allora come si può pensare di forzare una legge naturale o divina obbligando alcuni a non seguire la naturale inclinazione? Come si può dire che l'omosessualità è un comportamento contro natura e nel contempo lodare l'astinenza come se invece fosse scritta nei canoni naturali o divini? Io penso che il celibato sia solo una convenzione che si è venuta stratificando nei secoli; più un'astuzia politica che una reale necessità fisica e metodologica. Prova ne sia il fatto che in molte altre religioni diverse dalla Cattolica i ministri del culto hanno un loro ambito familiare che li rende molto più simili al resto della comunità. Sicuramente più liberi di pensare, lontani dai condizionamenti psicologici che le gerarchie organizzate in Regole possono esercitare sui loro componenti.

 Natura o tecnologia, fede o metodo scientifico. Due ambiti diversi, due metodologie contrapposte. Ognuno di noi, secondo la propria istruzione e la propria formazione, può trovarsi più vicino all'una o all'altra. L'importante è ragionare obiettivamente, al di là delle convenienze del momento, sulla liceità dell'imposizione ad altri delle nostre convinzioni. Come diceva Voltaire, non sono d'accordo con quello che tu dici, ma darei la vita perchè tu possa continuare a dirlo.
Questo per me è lo spirito giusto.

giovedì 3 maggio 2012

MOTO PERPETUO

... il popolo tartassato chiede aiuto ai suoi rappresentanti;
i suoi rappresentanti chiedono aiuto al Grande Tecnico;
il Grande Tecnico chiede aiuto al Grande Consulente del Grande Tecnico;
il Grande Consulente chiede aiuto al popolo tartassato ...



(??)

INTERCETTAZIONI RIVELATRICI

" FINCHE' C'E' LUI, IO MANGIO "                       

... l'importanza del dentista nella società moderna...



(??)

mercoledì 29 febbraio 2012

RIFORMATORIO

ELENCO DI ARGOMENTI CHE VARREBBE LA PENA DI CAMBIARE (o di RIFORMARE)

- QUORUM
nei referendum il risultato è valido solo se si raggiunge un QUORUM, che attualmente è di 50% + 1 degli aventi diritto al voto; altrimenti, è come se non ci fosse stata nessuna consultazione.
Per rispetto a chi invece si è preso il disturbo di andare a votare (e per rispetto ai soldi pubblici, di tutti noi, con cui si pagano le consultazioni elettorali), bisognerebbe che il risultato fosse valido qualunque sia il numero di votanti. Chi ha diritto di dire la sua e non lo fa, è come se delegasse la decisione ad altri. Visto che si spendono soldi pubblici, è giusto che alla fine si ottenga un risultato; ed è giusto sapere come la pensa su un determinato argomento chi fa parte della popolazione attiva, votante e contribuente. Qualunque sia la loro percentuale rispetto al totale; per gli altri, dovrebbe essere valida la massima: "chi tace, acconsente"

- PRIVILEGI
chi ha letto "La Casta" di Stella e Rizzo sa che esistono dei benefit (ufficio, segretaria, collaboratori, auto) per chi ha ricoperto cariche presidenziali nel parlamento, anche dopo la fine del suo mandato, che al momento sono senza termine ("a vita"). Ora, considerato che il nostro paese sta tagliando tutte le possibili spese, si sta discutendo se cambiare quella definizione "a vita" portandola a "dieci anni".
In una famiglia normale, sarebbe come dire: siccome non abbiamo più i soldi per mangiare, invece di continuare a fare le ferie di quindici giorni come prima, le facciamo solo più di una settimana. Continuiamo a non avere da mangiare, ma almeno diamo un segnale.
Eppure la più grande ricompensa per chi serve lo Stato dovrebbe essere quella derivante dall'onore che ciò comporta; per chi obietta che alla panetteria all'angolo non accettano in pagamento l'onore, si potrebbe ribattere comunque che lo Stato non lascia morire di fame i suoi parlamentari, ma che ognuno di essi è ben remunerato per il lavoro che svolge. Come nella vita delle persone normali: si fa un lavoro, si viene pagati, si smette il lavoro, finisce la paga. Tutto il resto è privilegio. Non accettabile normalmente; figuriamoci adesso, in tempi di crisi.

- PRESCRIZIONE
può essere giusto che ci sia un termine entro cui debbano essere condotte le indagini, per una questione più di praticità che di diritto (risparmio di risorse) ma proprio perchè è una questione di praticità dovrebbe valere per ogni fattispecie di reato. Però una volta che si è indagato, che si è arrivati ad istruire un processo e quindi si sono già utilizzate risorse della collettività, si deve arrivare a un risultato. Altrimenti, a forza di prescrizioni brevi e di processi lunghi, si sprecano risorse che erano state usate per la finalità di arrivare a sapere la verità, perlomeno quella processuale. Il discorso è sempre il solito: già sarebbe peccato sprecare risorse in condizioni normali, figuriamoci adesso che non ce lo possiamo più permettere.
Se proprio siamo indignati della lunghezza dei processi, potenziamo la macchina della giustizia; lo Stato spenderà di più, ma per spendere meno e non avere risultati ... a volte non bisogna ingegnarsi tanto: basta copiare ciò che fanno gli altri. Ci sarà qualcosa in cui possiamo imparare... o siamo sempre noi quelli più in gamba?

martedì 21 febbraio 2012

DICIOTTO

Non riesco a capire tanto accanimento.

L'eliminazione di questo articolo (qui il testo integrale da Wikipedia) viene presentata come quella che potrà risollevare le sorti della nostra economia. Si toglierà il fardello che ci appesantisce, si chiuderanno i buchi che ci tarpano le ali e ci libreremo nuovamente in volo.
Però secondo me il risultato è opinabile per almeno due ragioni.
La prima: a detta di molti, la condizione di supposto privilegio riguarda una parte minoritaria dei lavoratori: solo quelli assunti a tempo indeterminato e solo nelle aziende  con più di 15 dipendenti, così che gli effetti non saranno così determinanti sul totale dell'economia.
 La seconda: già oggi si può licenziare per motivi di congiuntura economica sfavorevole (crisi, dissesto finanziario, chiusura) e questo lo so non soltanto per sentito dire.

Al contrario, il fatto che ci voglia una giusta causa serve a far si che si possa agire a ragion veduta e non in modo arbitrario mossi da risentimenti o antipatie. E' una questione di civiltà che ci sia una giusta motivazione per un atto così importante per la vita delle persone. D'altronde i casi di reintegro sono talmente pochi sul totale dei ricorsi all'articolo 18 che il problema diventa ininfluente sull'andamento generale dell'economia; ed è umano comprenderne il motivo, poichè chiunque di noi soffrirebbe nel continuare a lavorare in un ambiente ostile che lo respinge.

Io credo che gli investimenti stiano lontani dal nostro Paese non tanto per l'articolo 18 ma dissuasi dalle lentezze burocratiche, dalla mancanza di collegamenti stradali veloci, dalla farraginosità e dalle lungaggini delle leggi e della giustizia, dall'eterna indeterminatezza nell'accertamento delle competenze e delle responsabilità. Ecco, una cosa si potrebbe fare per abbreviare la trafila che continua per anni seguendo le cause e i ricorsi; dotare i competenti tribunali di persone e mezzi per fare si che le cause non si trascinino per anni ma si addivenga al più presto ad una soluzione, qualunque essa sia. Tutti ne trarrebbero giovamento; anche l'andamento generale dell'economia.

collegamento al testo integrale da Wikipedia a: http://it.wikipedia.org/wiki/Articolo_18_dello_Statuto_dei_Lavoratori

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P.S.  Neanche mezza giornata dopo...

<< duro scontro tra Confindustria e sindacati dopo un'affermazione di Emma Marcegaglia: "Vorremmo un sindacato che lotta anche fortemente con noi per tutelare il lavoro, ma che non protegge assenteisti cronici, ladri e chi non fa bene il proprio lavoro">> http://www.repubblica.it/economia/2012/02/21/news/marcegaglia_articolo_18-30256693/

... ma non penso proprio che fosse una reazione dopo aver letto il mio post.
Che dire: sono talmente estasiato dal fascino e dall'avvenenza della signora Emma,
dalla luminosità del suo sorriso, che rimango senza parole.
Come diceva una nota pubblicità degli anni passati,
"con quella bocca può dire ciò che vuole"


martedì 14 febbraio 2012

VENT'ANNI DOPO

Il 17 febbraio 1992 iniziava "mani pulite", l'inchiesta da cui sarebbe derivato il termine "tangentopoli" per indicare una società corrotta che aveva perso di vista la ricerca del bene comune.
"I magistrati assolsero la funzione del tecnico radiologo.
La politica fu il medico curante.
Il malato era la società.
Il tecnico radiologo fece le lastre e scoprì la malattia.
Passò le lastre al medico curante perchè cercasse una cura per il malato.
In questi vent'anni il medico curante, invece di guarire il malato,
ha cercato di curare il radiologo"
(Antonio Di Pietro, magistrato, parlamentare)


Immagine: © Presidenza della Repubblica - Fonte: Presidenza della Repubblica - Autore: Ignoto 

lunedì 13 febbraio 2012

ALBERT

Albert Einstein - scienziato e filosofo
- Quando espatriò negli Stati Uniti, all'addetto alla registrazione che gli chiedeva la razza di appartenenza, rispose: - « umana »


- «Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale, ma la Quarta verrà combattuta con le pietre e coi bastoni».


- «La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca».





Immagine di Pubblico Dominio - Fonte: The Library of Congress U.S.A. - Autore: Photograph by Oren Jack Turner, Princeton, N.J.

giovedì 9 febbraio 2012

MONOTONIA

Uffa.
Che noia, che barba!
Che barba, che noia!
Dover fare il senatore per tutta la vita
Che noia, che barba!
Che barba, che noia!


(??)

sabato 4 febbraio 2012

BOBBY

« Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro PIL ha superato 800 miliardi di dollari l'anno, ma quel PIL - se giudichiamo gli USA in base ad esso - quel PIL comprende l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le autostrade dalle carneficine. Comprende serrature speciali per le nostre porte e prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende la distruzione delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nella espansione urbanistica incontrollata. Comprende il napalm e le testate nucleari e le auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini.
Eppure il PIL non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, la qualità della loro educazione e l'allegria dei loro giochi. Non include la bellezza delle nostre poesie e la solidità dei nostri matrimoni, l'acume dei nostri dibattiti politici o l'integrità dei nostri funzionari pubblici. Non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione per la nostra nazione. Misura tutto, in poche parole, eccetto quello che rende la vita degna di essere vissuta. Ci dice tutto sull'America, eccetto il motivo per cui siamo orgogliosi di essere americani. »

( Robert Kennedy - Dal discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla Kansas University)

giovedì 2 febbraio 2012

TROVA IL BLOGGER

... quel giorno c'ero anch'io ...

(foto tratta da http://mauriziomarello.wordpress.com/foto)

Immagine: Fonte: http://mauriziomarello.wordpress.com/foto - Autore: Ignoto
pubblicata per gentile concessione di info@mauriziomarello.it